di "Radicati nella fede"
[anno V, n° 10 - ottobre 2012]
Editoriale di “Radicati
nella fede”, ottobre 2012
Oh se tutti i preti che hanno scoperto la
profondità e la bellezza e la verità della grande Tradizione della Chiesa,
avessero con decisione abbracciato la celebrazione della Messa di sempre, ora
le cose non starebbero così! Certo, perché se è vero che tutti i fedeli hanno
il dovere di vigilare sulla propria vita cristiana, questa vigilanza è
gravissimo dovere di ogni sacerdote. Un dovere non solo per sé, ma anche per il
popolo santo di Dio.
Invece assistiamo ancora a notizie date come
sensazionali, che sensazionali non sono: una Messa tradizionale qua, una là...
qui una al mese... di là il Vescovo ha benevolmente concesso... qui un
Cardinale ha celebrato, l'altro ha assistito...
...tutto questo ci piace poco, lo diciamo in
tutta sincerità.
Chi scrive così sui bollettini o sui siti
internet, manifestando gioiosa meraviglia per queste celebrazioni sporadiche,
senza volerlo dà sostegno ha chi ritiene “straordinario” il rito tradizionale
della Messa.
Ma può essere definito “straordinario” ciò che
è stato vincolante e obbligatorio per quattordici secoli se non di più?
Straordinario può esserlo per ragioni politiche e sociologiche: visto che
l'assoluta maggioranza delle Messe è secondo il rito di Paolo VI, straordinaria
è la Messa tradizionale, in quanto minoritaria, per ora.
Ci sembra però illogico, infondato, definirlo
“straordinario” il rito tradizionale, se con questo termine si vuol dire che è
concesso straordinariamente.
Purtroppo i preti l'hanno inteso così, e così
l'hanno inteso i fedeli da loro consigliati.
La Messa tradizionale non è “concessa”, è di
diritto nella Chiesa, perché porta in sé l'Autorità dei secoli della
Cristianità. La Messa cattolica, come è stata celebrata per secoli, è lei che
giudica le novità dei nuovi riti, ma lei non può essere giudicata da nessuno.
Questo i preti lo dovrebbero avere chiaro, per il concetto stesso di Tradizione
e di deposito della fede.
È la novità che va messa sotto giudizio dalla
Tradizione, anche liturgica, plurisecolare della Chiesa.
Se invece è la novità che mette sotto accusa e
giudizio la Tradizione, come avviene oggi quando si chiede timidamente una
Messa antica qua e là, assicurando di non essere contro la nuova Messa, e
quando con magnanimità si concede qua e là il rito antico, allora siamo di
fronte ad una svolta ideologica nella Chiesa cattolica, che fonda l'Autorità su
se stessa e non sulla Tradizione.
Non vogliamo mettere confusione in nessuno,
vogliamo semplicemente dire che l'Autorità nella Chiesa è di natura diversa da
quella del mondo moderno. L'autorità per i cristiani si fonda sulla Verità,
quella data da Dio nella Rivelazione e trasmessa dalla Tradizione, per questo
l'Autorità diventa custode della Tradizione, e il custode supremo della
Tradizione, del Depositum Fidei, è il Papa.
Nel mondo moderno invece è l'autorità che fa
la verità, basandosi su maggioranze e convenienze, o oscuri disegni di
potere... è così perché non crede alla verità, per cui non riconosce la verità,
ma decide di farla e di... cambiarla se occorre.
Se si introducesse nella Chiesa un modo simile
di esercitare l'autorità sarebbe la fine... ma la fine dell'autorità in
tantissimi campi l'abbiamo già vista.
Per questo avremmo desiderato vedere tanti
sacerdoti celebrare ordinariamente la Messa di sempre, per amore della Chiesa e
della sua Autorità. Sì, perché l'unico aiuto e amore possibile all'Autorità
nella Chiesa è tornare alla Tradizione con sincerità.