Pubblichiamo il numero di giugno
di "Radicati nella fede".
[Anno VI, n° 6 Giugno 2013]
Editoriale di "Radicati nella fede" del mese di giugno
Non piange più
nessuno.
Se non ci sono più
preti non piange quasi più nessuno. È questa la triste constatazione che ci
tocca fare.
Assistiamo alla più
grande crisi sacerdotale della storia della Chiesa, intere terre in Europa sono
ormai senza sacerdote e tutto tace. Non sentirete nemmeno un vescovo gridare
all'allarme, piangere con i suoi fedeli, domandare a tutti una grande preghiera
per le vocazioni sacerdotali; intimare un digiuno e una grande supplica perché
il Signore abbia pietà del suo popolo.
Sentirete, questo sì,
vescovi e responsabili di curia descrivere i numeri di questo calo vertiginoso
di presenza dei preti nella Chiesa, li sentirete elencare i dati pacatamente, troppo pacatamente, in
modo distaccato, come se fosse una situazione da accettare così com'è, anzi la
chance per una nuova Chiesa più di popolo.
Nella nostra terra
italiana, terra di antica cristianità, assisteremo in questi prossimi anni alla
scomparsa delle parrocchie, allo stravolgimento, impensabile fino a qualche
anno fa, della struttura più semplice del Cattolicesimo, di quella trama di
comunità parrocchiali dove la vita cristiana era naturale per tutti... ma
l'assoluta maggioranza dei cattolici impegnati farà finta di niente, perché i
pastori hanno già fatto così.
È un “cataclisma”, un
“terremoto”... ma nessuno piange, si fa finta di niente.
Si fa finta di
niente, perché bisogna che la favola della primavera del Concilio continui. Ci
si sottrae a qualsiasi verifica storica, si nega l'evidenza di una crisi senza
precedenti.
E si prepara un
futuro che ci sembra poco cattolico.
Sì, perché si parla
di “ristrutturare” l'assetto delle comunità cristiane, di fare spazio ai laici
(come se in questi anni non ne avessero avuto a sufficienza), si inventa un
nuovo genere di fedeli cristiani che diventeranno gli addetti delle parrocchie,
che di fatto sostituiranno i preti. Fedeli laici “clericalizzati”, un nuovo
genere di preti che terranno le chiese... e nell'attesa di una qualche messa
predicheranno loro, come cristiani adulti, il Verbo di verità...
...ma nessuno piange,
nessuno prega gridando a Dio.
Forse non gridano
perché da anni qualcuno ha preparato questo terremoto nella Chiesa.
Hanno svilito il
sacerdozio cattolico, trasformando i preti da uomini di Dio ad operatori
sociali delle comunità. Hanno ridotto loro il breviario e la preghiera, gli
hanno imposto un abito secolare per essere come tutti, gli hanno detto di
aggiornarsi perché il mondo andava avanti... e gli hanno detto di non esagerare
la propria importanza, ma di condividere il proprio compito con i fedeli, con
tutti.
E come colpo di
grazia gli hanno dato una messa che è diventata la prova generale del
cataclisma nella Chiesa: non più preghiera profonda, non più adorazione di Dio
presente, non più unione intima al sacrificio propiziatorio di Cristo in Croce,
ma cena santa della comunità. Tutta incentrata sull'uomo e non su Dio, tutta un
parlare estenuante per fare catechesi e comunità. Una messa che è tutto un
andirivieni di laici sull'altare, prova generale di quell'andirivieni di
signori e signore che saranno le nostre ex parrocchie senza prete.
E con la messa
“mondana”, hanno inculcato la dottrina del sacerdozio universale dei fedeli...
stravolgendone il significato. I battezzati sono un popolo sacerdotale in
quanto devono offrire se stessi in sacrificio, in unione con Cristo crocifisso,
offrire tutta la loro vita con Gesù. I fedeli devono santificarsi: questo è il
sacerdozio universale dei battezzati. Ma i fedeli non partecipano al sacerdozio
ordinato che è di altra natura, che conforma a Cristo sacerdote. E’ attraverso
il sacramento dell’Ordine che Cristo si rende presente nella grazia dei
sacramenti. Se non ci fossero più preti sarebbero finite sia la Chiesa che la
grazia dei sacramenti.
Martin Lutero e il
Protestantesimo fecero proprio così: distrussero il sacerdozio cattolico
dicendo che tutti sono sacerdoti: sottolineando appunto il sacerdozio
universale, il laicato.
Nella pratica della
ristrutturazione delle parrocchie forse si finirà così: diverso sarebbe stato
affrontare questa crisi con nel cuore e nella mente un'alta stima del
sacramento dell'ordine, sapendo che il prete è uno dei doni più grandi per la
Chiesa e per il popolo tutto; ma così non è: si affronterà questa crisi dopo
anni di protestantizzazione e di relativizzazione del compito dei preti. Si
affronterà questa crisi dopo anni di confusione totale nella vita del clero;
dopo anni di disabitudine alla messa quotidiana e alla dottrina cattolica: così
i fedeli faranno senza il prete, anzi già fanno senza. E quando un prete
arriverà, non sapranno più che farsene, abituati a credere che il Signore li
salva senza di loro e i loro sacramenti.
A noi sembra ingiusto
far finta di niente.
Per questo chiediamo
ai nostri fedeli di pregare con forza perché il Signore torni a concedere, come
un tempo, tanti sacerdoti alla sua Chiesa.
Cari fedeli, in
questo mese di giugno, che è il mese delle sacre ordinazioni, abbiamo il
coraggio di chiedere, anche con le lacrime, questa grazia al Sacro Cuore di
Gesù e al Cuore Immacolato di Maria.
E teniamo come dono
preziosissimo la Messa di sempre, la Messa della tradizione, che sola saprà
dare nuovi preti alla Chiesa di Dio.