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mercoledì 31 dicembre 2014

La Dottrina non è mai barattabile


Pubblichiamo il numero di Gennaio 2015
di "Radicati nella fede"

LA DOTTRINA
NON E' MAI BARATTABILE





LA DOTTRINA NON E' MAI BARATTABILE
Editoriale "Radicati nella fede" - Anno VIII n° 1 - Gennaio 2015

  Finalmente è arrivata. È arrivata come dono natalizio quasi inatteso, tanto la si è aspettata. È arrivata come benefico dono per chi ne vuole approfittare. Che cosa è arrivata, direte voi? ma l'edizione in lingua italiana de “La Riforma Liturgica Anglicana” di Michael Davies!

  In questi anni ne abbiamo dato ampi stralci su questo bollettino e sul nostro blog, ma mancava la pubblicazione completa della traduzione italiana. Ora, grazie a Dio, c'è.

  Questo primo editoriale dell'anno vuole essere semplicemente un sentito invito, perché molti prendano in mano questa bella opera e si immergano nella sua lettura. Lo facciamo con calda decisione, perché per noi fu fondamentale l'incontro con le pagine di Davies. Non possiamo dire che costituirono l'unica motivazione del nostro passaggio al rito antico, ma certamente contribuirono a rischiararne definitivamente le ragioni.

  Sì, perché di ragione si tratta. Nel Cattolicesimo ci si muove per delle ragioni, si decide, si sceglie e si opera in un senso o in un altro per delle ragioni, che l'intelligenza illuminata dalla Grazia riconosce. Non è il sentimento o il gusto personale che determinano l'agire, ma la ragione. Ecco perché nella Chiesa non si sacrifica mai la Dottrina. Non c'è divario tra Dottrina e Santità, tra Dottrina e Carità, tra Dottrina e Preghiera, tra Dottrina e Fede! Il neo- modernismo popolare di oggi, di bassissimo livello, ha introdotto di fatto questo divario, per cui molti dicono che importante è vivere bene; non importa come e cosa credi, non è importante la dottrina. C'è, nel vissuto della Chiesa di oggi, una disistima della Dottrina, a favore del fare esperienza di fede: ma come si può fare esperienza vera di Dio se, disistimando la Dottrina, ci si riduce a vivere “cose religiose” disancorate dalla Rivelazione di Dio?

  Perdonate la digressione, ma è solo per ribadire che nel testo di Davies vi sono offerte, in modo chiaro e sintetico, le ragioni per compiere passi decisivi verso la Tradizione. Lo diciamo ancora una volta, dopo averlo ripetutamente scritto su queste pagine: l'abbandono della retta fede, l'abbandono dell'unità cattolica, la perdita del sacerdozio e dei sacramenti, non sempre avviene in modo immediato ed esplicito, può avvenire subdolamente e gradatamente, a causa di graduali riforme del rito della Messa e degli altri sacramenti; e queste graduali e subdole riforme non dichiareranno mai qualcosa di esplicitamente eretico, ma taceranno sempre più aspetti fondamentali del dogma cattolico. E cosa capiterà ai cristiani, che per amore di tranquillità non rifiuteranno in modo chiaro questo processo di decadenza? Capiterà una graduale trasformazione della loro fede, così graduale da non avvedersene. Non se ne accorgeranno! Sicuri della loro volontà di restare cattolici, ma non mossi dalle ragioni, cioè non vigilando intellettualmente, con la ragione, sulla Dottrina, non si accorgeranno nel tempo di essersi trasformati, fino a diventare un'ombra di quello che erano. Prima erano semplicemente cattolici, poi diventeranno vagamente religiosi, regredendo fino ad una religione naturale, al naturalismo; sperando che non perdano del tutto la fede in Dio.
Se non ci sono le ragioni, questo e altro può capitare!

  Fu il caso dell'Inghilterra dopo lo scisma, lo sapete bene... e se non lo sapete ancora, leggete Davies. Fu il caso dell'Inghilterra, ma sarà solo il suo caso? Questo lo si deve capire con la ragione fortificata dalla grazia.

  Per questo vi invitiamo a leggere “La Riforma Liturgica Anglicana”. Ma, leggendo, cerchiamo di cogliere la logica di questo grande lavoro di Davies. Non cerchiamo solo qualche notizia che solletichi la nostra passione per la Tradizione o il nostro scandalo per le innovazioni.

  No, cerchiamo la logica che guida questa illuminante indagine: la Dottrina comanda nella Fede. Non si può sperare di restare cattolici, di permanere nella grazia, senza mantenere la retta Dottrina. Per questo la Chiesa con il suo Magistero, nei secoli, ha difeso e diffuso la retta Dottrina; per questo ha fatto i catechismi; per questo ha tanto lavorato perché il popolo non rimanesse nell'ignoranza, ma conoscesse la Rivelazione di Dio. Ma, ancora prima, per questo, rivelandosi, Dio ha parlato alla ragione degli uomini!

  La Dottrina prevale sempre, non è mai sostituibile, non è barattabile con altro, neanche con ciò che sembra santo e spirituale, ma che, se non è dottrinalmente sano, santo non è in verità. Non ci può essere preghiera gradita a Dio che non rispetti la Dottrina cattolica, che scaturisce dalla Rivelazione di Dio. Non ci può essere nessuna azione santa, gradita a Dio, nessuna opera santa nella Chiesa, che taccia o ometta qualche aspetto della Dottrina cattolica! E questo è vero anche nell'azione per eccellenza, nell'opera per eccellenza, che è la Santa Messa.
Questo è vero per tutti.
  Per quelli che si modernizzano facilmente, sempre preoccupati di non restare indietro con i tempi, per i cattolici che amano il moderno, per intenderci.

  Ma è vero, verissimo, anche per i conservatori, che brontolano sulle novità che li turbano, ma che, non andando a cercare le ragioni del loro turbamento, non facendo un lavoro serio sulla Dottrina, restano deboli. E siccome non si può vivere tutta la vita brontolando, presto o tardi si adattano alle riforme ambigue, illudendo se stessi che non cambieranno mai la loro fede. E mentre si illudono, si sono già adattati a molte ambiguità.

  Allora, buona lettura dell'opera di Davies; buon lavoro per scoprire le ragioni dell'amore alla Tradizione.

  E ricordiamo sempre che la Dottrina non è mai barattabile.

sabato 27 dicembre 2014

SENZA LA MESSA CATTOLICA NON E' NATALE

SANTO NATALE 2014
A VOCOGNO


Pubblichiamo il video della Santa Messa della Notte 
e quello della Messa del Giorno di Natale.
Nel post trovate anche il video dell'omelia della Notte di Natale, il file audio dell'omelia della Messa del Giorno
e il video delle foto.


Video Santa Messa della Notte


Video Santa Messa del Giorno


 Video Omelia della Notte di Natale
Senza la Messa Cattolica non è Natale


Omelia della Messa del Giorno di Natale


Video con le foto

sabato 20 dicembre 2014

SANTO NATALE A VOCOGNO - GLI ORARI DELLE FUNZIONI


SANTO NATALE 2014


Nell'intento di fare cosa gradita 
ai fedeli legati alla Messa Tradizionale 
pubblichiamo gli orari delle funzioni 
del Santo Natale 2014 a Vocogno
e nella cappella 
dell'Ospedale di Domodossola



martedì 9 dicembre 2014

Dio non sopporta il peccato: dal principio pensa all'Immacolata.

IMMACOLATA CONCEZIONE
DELLA B. V. MARIA
- Vocogno -

Il canto solenne dei Vespri


Video Santa Messa cantata


Video Vespri cantati


Dio non sopporta il peccato: dal principio pensa all'Immacolata
- Omelia -


La Santa Messa

La Comunione dei chierichetti

La Benedizione Eucaristica

domenica 7 dicembre 2014

AD TE LEVAVI ANIMAM MEAM: l'Avvento cattolico


Prima Domenica di Avvento




S. MESSA CANTATA
Canto del tropo e dell'Introito "Ad te levávi"

venerdì 5 dicembre 2014

VESPRI DELL'IMMACOLATA A VOCOGNO


IMMACOLATA CONCEZIONE
DELLA B. V. MARIA
  8 Dicembre
 
ore 15.30
CANTO SOLENNE DEI VESPRI
BENEDIZIONE EUCARISTICA


Come sempre ci sarà alle 10.30 la S. Messa cantata 
e alle 17.00  la S. Messa letta


e nella Cappella dell'Ospedale di Domodossola
alle ore 10.30 la S. Messa cantata


domenica 30 novembre 2014

DALLA CHIESA LASSISTA ALLA CHIESA AGNOSTICA


Pubblichiamo il numero di Dicembre 2014
di "Radicati nella fede"

DALLA CHIESA LASSISTA
ALLA CHIESA AGNOSTICA




DALLA CHIESA LASSISTA ALLA CHIESA AGNOSTICA
Editoriale "Radicati nella fede" - Anno VII n° 12 - Dicembre 2014

  Un Dio che non chiede più nulla agli uomini è come se non esistesse. Questo è l'esito tragico di una Chiesa post-conciliare, che sposando una visione mondana della misericordia giunge ad un agnosticismo pratico. Sì, perché se è vero che c'è un ateismo pratico, quello di chi vive come se Dio non esistesse, pur non negando in modo esplicito la sua esistenza, c'è pure un agnosticismo pratico, quello di chi parla di un Dio che resta sconosciuto, che non parla con chiarezza agli uomini, da cui l'uomo trae quello che vuole a seconda delle occasioni, un Dio che, in fondo, è qui solo per valorizzarti, senza chiederti molto.

  Sembra essere proprio questa la situazione di gran parte del cattolicesimo odierno, quello vissuto concretamente dalla maggioranza dei battezzati.

  Si predica un Dio puro perdono, un Dio consolatorio, che non chiede la conversione personale, che non chiede di cambiare vita. Un Dio pronto ad accogliere le nuove svolte della società, pronto a dichiarare che le immoralità, se vissute con cuore, in fondo non sono proprio immorali. I dibattiti in margine al recente sinodo hanno dato ampio esempio di questo. Il matrimonio non tiene più nel nostro occidente decadente, affrettiamoci allora a dire che Dio non chiede una indissolubilità assoluta. La gente non si sposa più, affrettiamoci allora a dire che, se nei conviventi c'è amore sincero, in qualche modo si supplisce al sacramento... e di questi discorsi, non riferiti solo al matrimonio, potremmo citarne tanti.

  Alla fine possiamo dire di assistere ad un nuovo parlare di Dio, di un Dio che non chiede nulla agli uomini, di un Dio che non vieta nulla. Ai tempi della contestazione andava per la maggiore il “vietato vietare”: oggi questo slogan alberga nella Chiesa rinnovata, nella Chiesa del post-concilio. “Vietato parlare di un Dio che vieta”, sembra essere questo lo slogan con il quale si riprogrammano i quadri dei cattolici impegnati e soprattutto del clero. Si vuole un clero che accolga, senza richiamare al dovere urgente della conversione. Vietato parlare di castigo, di penitenza, di timor di Dio. La gente ha bisogno di consolazione, si dice, di ritrovare fiducia nella Chiesa, allora per favore non vietate! È l'annoiante ritornello.

  Con un colpo di spugna si cancella tutta la Sacra Scrittura, tutto il Vangelo e tutto l'Antico Testamento. Si parla di un Dio che non ritroveremo nella Rivelazione, di un Gesù preso a prestito dal laicismo massonico, ma che non corrisponde a nessun passo del Vangelo. Un Signore che non indica la strada della vita, chiedendo agli uomini di allontanarsi dal peccato; ma di un Signore che si affretta a valorizzare ciò che gli uomini fanno nelle loro ubriacature di peccato.

 Anche gli sforzi della gerarchia sembrano volti a controllare solo quella parte di Chiesa che si attarda a predicare un Dio a cui spiace il peccato, che castiga il peccato, perché l'uomo possa ravvedersi e tornare ad una vita santa. Il “Vietato parlare di un Dio che vieta” diventa “basta con una Chiesa che vieta”. In effetti c'è ancora qualcosa di vietato nelle nostre parrocchie e nelle nostre chiese?

  C'è da domandarsi cosa pensino fedeli e pastori, quando nelle messe viene proclamata la Parola di Dio, quando si ascoltano i profeti che annunciano i castighi di Dio e invitano alla conversione, quando nei vangeli si parla degli ultimi tempi, del giudizio finale e del ritorno glorioso di Cristo.

  Proprio negli anni in cui si è parlato tanto, nella Chiesa, di dialogo con gli ebrei, si è di fatto censurato tutto l'Antico Testamento. È un Dio moderno quello che sta al centro di troppe chiese, un Dio borghese che benedice le tue scelte emancipate, al passo con i tempi, un Dio che non ti chiede più nulla.

  Ma tutta questa falsità è già castigata. Sì, perché un Dio che non ti chiede più nulla è un Dio che di fatto non esiste. Questo è vero anche nel vissuto delle persone: cosa se ne fa l'uomo di un Dio che gli dà sempre ragione?

  Ci siamo scavati la fossa da soli.
  Il cattolicesimo ammodernato si è scavato la fossa da solo: predicando un Dio che è pura accondiscendenza, si è trasformato in un cattolicesimo agnostico, che pur non negando l'esistenza di Dio, vive staccato da Dio, perché per lui Dio è sconosciuto. Se Dio mi dà sempre ragione, se benedice le mie scelte a priori, se Dio coincide con me e con la mia volontà, Dio scompare dalla mia vita. È la tragedia della Chiesa post-conciliare che diventa agnostica.

  Ecco perché nella Chiesa di oggi si parla tanto della Chiesa stessa e del mondo, e quasi mai di Dio.

  Vivendo il Santo Natale ricordiamoci invece che Dio è venuto nel mondo, si è fatto uomo, ha mostrato il suo volto, ci ha parlato lungo i secoli nell'Antico e nel Nuovo Testamento, ci ha detto e ci ha chiesto, e noi dobbiamo ascoltarlo e obbedirgli.

  E la Chiesa deve essere semplicemente il fedele eco del Signore che parla.

lunedì 24 novembre 2014

VERGINITA' E MARTIRIO: nella festa di Santa Caterina

I Video della Festa Patronale 
di Santa Caterina V. M.
Vocogno, Domenica 23 Novembre 2014



Video Santa Messa cantata
 

Video Omelia 
VERGINITA' E MARTIRIO: nella festa di Santa Caterina
 

Video Vespri cantati


Le preghiere ai piedi dell'altare all'inizio della Messa

Il bacio della reliquia di S. Caterina

Il bacio della reliquia di S. Caterina

I Vespri Cantati

La Benedizione Eucaristica


sabato 22 novembre 2014

FESTA DI SANTA CATERINA V. M. A VOCOGNO


VOCOGNO
Domenica 23 novembre 2014

FESTA DI SANTA CATERINA V. M.
PATRONA

Santa Caterina V. M.

ore 10.30
Santa Messa cantata

ore 15.30
Vespri cantati e Benedizione Eucaristica


ore 17.00
Santa Messa letta

venerdì 31 ottobre 2014

IL FALSO PROFETISMO DEL CLERO MONDANO


Pubblichiamo il numero di Novembre 2014
di "Radicati nella fede"

IL FALSO PROFETISMO
DEL CLERO MONDANO




IL FALSO PROFETISMO DEL CLERO MONDANO
Editoriale "Radicati nella fede" - Anno VII n° 11 - Novembre 2014

  Scoppia la guerra in qualche parte del mondo e il clero, alto o basso che sia, esprime solidarietà con le vittime e le popolazioni colpite. C'è un'alluvione o un terremoto, ed esprime vicinanza nella preghiera, aggiungendo un'invettiva contro le autorità civili che non hanno saputo prevenire il disastro o sono state insufficienti nei soccorsi. Siamo in crisi economica e questo clero insegna agli economisti cosa bisogna fare per affrontarla, propinando allo stato o agli industriali la propria ricetta ricordando i diritti dei lavoratori.
  Ci siamo ormai abituati a questi immancabili e scontati bollettini ecclesiastici sulla situazione, partoriti nelle altrettanto immancabili riunioni delle conferenze ecclesiastiche.

  Ma tutto questo è compito davvero del sacerdozio cattolico? E se lo è in qualche misura, è tutto qui il suo compito?

  Dopo aver tanto parlato di Chiesa profetica, manca la profezia, quella vera, quella cattolica secondo Dio. Manca il richiamo del ritorno a Dio.

  No, questo richiamo non lo sentirete più! Non sentirete più quelle parole che tornavano fedelmente in ogni tempo e stagione della vita cristiana e specialmente nei momenti difficili e di dolore: “Cari fratelli, questa sofferenza, questa calamità, questa crisi ci richiamano a tornare a Dio, perché non ci capiti qualcosa di peggio!”.

  Mai dai pulpiti di oggi si è alzata una voce chiara. Mai si è ricordato che nel dolore Dio ci parla, non soltanto della sua tenerezza, ma anche della nostra conversione. “Fratelli, è perché abbiamo abbandonato il Signore che tutto questo ci viene addosso; facciamo penitenza e torniamo all'osservanza dei comandamenti.”

  Qualcuno dirà che qui si fa terrorismo spirituale; che anche il giusto soffre, che la Croce non è sempre conseguenza del peccato personale. È vero.
  Sì è vero, ma il giusto chiamato alla Croce pesante, lo è in riparazione del peccato di tutto il popolo, e quindi non toglie nulla, anzi conferma la verità che le calamità hanno un legame col peccato.

  Un testo del grande domenicano P. Calmel (1914-1975) è molto eloquente al riguardo. Scritto nel 1968 (“le pretre et la révolution, 1914-1968”, Itineraire n. 127, novembre 1968, p. 37), denuncia la variazione operata dal clero mondano nello sguardo cristiano sulla storia umana. Un clero mondano che già nella prima metà del '900 passava ad un falso profetismo, ad una falsa lettura della realtà:
  “Il clero mondano fece soprattutto delle variazioni sulla pace perpetua, il disarmo e la promozione sociale”, vantava i soldati morti al fronte (si era alla fine della I guerra mondiale) per “l'emancipazione umana secondo la dichiarazione dei diritti dell'uomo” - Invece di parlare di Dio al mondo sofferente per la guerra, lavorava come i socialisti perché i morti della grande guerra fossero utili alla promozione umana; al posto della salvezza eterna questo clero si preoccupava dei diritti dell'uomo!
  Ma riprendiamo P. Calmel: “...i preti con il gusto del mondo sono arrivati progressivamente a voler fondere il messianismo soprannaturale del Regno che non è di questo mondo con il messianismo rivoluzionario della massoneria o del comunismo. Questi preti sono entrati nel gioco di Cesare che, dopo la rivoluzione del 1789, aspira più che mai a sostituirsi a Dio, eliminando il peccato originale e le sue conseguenze...”. Terribile! È la scomparsa della vita soprannaturale, del Regno che non è di questo mondo, della vita eterna. Questi preti con il gusto del mondo sono diventati i sacerdoti del Naturalismo, della religione che non parla più del peccato e della grazia. Sono preoccupati dei diritti dell'uomo, ma non che gli uomini si salvino dall'Inferno e possano giungere, dopo una vita cristianamente vissuta, in Paradiso. È scomparso il Regno di Dio per fare spazio al regno dell'O.N.U. Sempre Calmel: “I preti con il gusto della rivoluzione insegnano con crescente insistenza da più di vent'anni che la pace di Cristo si confonde con la politica secondo l'O.N.U., e si riassume in essa”. “Il prete con il gusto del mondo, il prete “mondano” (…) si è trasformato fino a divenire l'uomo del messianismo terreno (…), si fa complice del Cesare moderno.

  Qualcuno dirà che oggi nella Chiesa si è meno propensi al sociale e alle tentazioni della lettura marxista della storia; che questo pericolo fu quello dei preti degli anni '70, tentati dal dialogo coi marxisti. Sì, in un certo senso è vero, il comunismo è crollato, ci si è “imborghesiti” un po' tutti. Ma alla rivoluzione anni '70, quella della solidarietà con gli operai, si è sostituita la rivoluzione borghese, quella della solidarietà con le lotte per i diritti individuali: i diritti alle coppie di fatto, dell'omosessualità, dei divorziati risposati che vogliono la comunione; della libera contraccezione, della libera adozione... e chi più ne ha più ne metta. Si tratta sempre qui della medesima Rivoluzione dettata dal laicismo massonico, che sia di destra o di sinistra poco importa, ...sempre sotto la bandiera dei diritti dell'uomo. Del problema di Dio e della salvezza eterna nemmeno l'ombra!

  “Più di un milione e mezzo di giovani cristiani di Francia doneranno la loro vita dal 1914 al 1918, e i preti secondo il mondo, testimoni ebeti di questa ecatombe senza precedenti, non avranno la capacità di cogliere il significato, di comprendere che, se non facciamo ritorno a Dio, delle ondate ancora peggiori ci attendono...

  “Se non facciamo ritorno a Dio” ...non lo diranno mai questi preti mondani, non lo diranno mai perché hanno sposato le vecchie rivoluzioni socialiste o le nuove rivoluzioni borghesi e liberali.

  E quanti preti, discepoli di questi “testimoni ebeti” hanno fatto carriera, fino a giungere ai gradi alti della gerarchia. Tutti questi li senti parlare: di fronte ai dolori, alle calamità, alle guerre, agli omicidi ...non ricordano mai che occorre tornare a Dio. Esprimono solidarietà, noiosamente e vuotamente ...e il mondo fa finta di ascoltare questi appelli che rispondono al solito copione già scritto.

  L'unico stupore sarebbe possibile per la Verità, l'unica Verità.
  Se un prete, anche del più umile borgo del mondo, si alzasse a dire “Fratelli, se non torniamo a Dio, ci capiterà di peggio”, allora il mondo potrebbe fare davvero silenzio e pensare.

lunedì 27 ottobre 2014

CRISTO REGNI!



Solennità di Cristo Re 
in rito tradizionale a Vocogno
Domenica 26 Ottobre 2014

Il video della Santa Messa cantata e quello dell'omelia.


Video Santa Messa cantata

Video Omelia

Omelia in MP3

sabato 18 ottobre 2014

SOLENNITA' DI CRISTO RE A VOCOGNO

Domenica 26 ottobre 2014

SOLENNITA' 
DI CRISTO RE



VOCOGNO

ore 10.30 
Santa Messa cantata

ore 15.30 
Esposizione del SS. Sacramento, 
S. Rosario, Litanie del S. Cuore 
e Atto di Consacrazione del Genere umano 
al S. Cuore di Gesù

ore 17.00 
Santa Messa letta

_________________________________________

Cappella dell'Ospedale di
 DOMODOSSOLA
ore 10.30 
Santa Messa cantata



lunedì 6 ottobre 2014

UN GIORNO DI GRAZIA. Cresime a Vocogno.

UN GIORNO DI GRAZIA
SANTE CRESIME A VOCOGNO


 Domenica 5 ottobre è stata amministrata la Santa Cresima a otto ragazzi frequentanti la chiesa di Vocogno.

 Il Vescovo di Novara ha benevolmente delegato don Alberto Secci per l'amministrazione del Sacramento secondo il rito stabilito dall'antico Pontificale Romano.


IL VIDEO DELLE CRESIME



IL VIDEO DELL'OMELIA



IL VIDEO DELLA SANTA MESSA



LE FOTO



martedì 30 settembre 2014

E' IL PASSATO CHE GIUDICA IL PRESENTE


Pubblichiamo il numero di Ottobre 2014
di "Radicati nella fede"

E' IL PASSATO 
CHE GIUDICA IL PRESENTE





E' IL PASSATO CHE GIUDICA IL PRESENTE
Editoriale "Radicati nella fede" - Anno VII n° 10 - Ottobre 2014

  “I veri amici del popolo non sono né rivoluzionari, né novatori, ma tradizionalisti”.

  Chi oserebbe oggi parlare così nella Chiesa? Chi avrebbe il coraggio di ripetere queste parole di Papa San Pio X, di cui cade quest'anno il centenario della morte? Le scrisse nella lettera “Notre charge apostolique”, del 1910, indirizzata ai vescovi e arcivescovi di Francia. Certo, S. Pio X lì tratta della concezione secolarizzata della democrazia, ma queste parole possono benissimo riferirsi anche alla situazione della Chiesa, avvelenata oggi al suo interno da una medesima secolarizzazione.

  Veniamo spesso accusati, da coloro che non capiscono le scelte operate da noi in questi anni, di essere dei patetici cristiani che guardano al passato, mentre occorre vivere la Chiesa del presente. Anche tra coloro che amerebbero un po' più di tradizione nell'azione della Chiesa, tra i “conservatori timidi” per intenderci, l'imbarazzo è quello di non passare per tradizionalisti, uomini cioè troppo ancorati all'antico.

  Invece per noi è chiaro che il passato deve prevalere sul presente, in modo netto.

  È il passato che giudica il presente della Chiesa e non il presente della Chiesa che giudica il passato.

  Semplicemente perché all'origine c'è Gesù Cristo Nostro Signore, è lui il Capo della Chiesa, la Chiesa è il suo Mistico Corpo. E Cristo ci viene dal passato: la conoscenza di Lui, la Rivelazione divina, la sua Grazia anche, agiscono nel presente ma ci sono consegnate dal passato, dalla ininterrotta trasmissione di verità, santità e grazia, che dagli Apostoli giunge fino a noi attraverso quel processo che si chiama Tradizione.

  Potremmo senza il passato essere Cattolici? Conosceremmo Cristo senza questa comunicazione con il passato? Avremmo i sacramenti, se non ci fossero consegnati dalla Tradizione Apostolica, che ci àncora al passato con certezza? Senza il sacerdozio che ci viene dalla successione apostolica, che ci unisce con certezza al passato e cioè a Cristo, avremmo ancora i sette sacramenti con la grazia che salva?

  No di certo! Una Chiesa del solo presente sarebbe una non-chiesa, una pura falsità inventata dagli uomini; una vuota casa umana fatta di parole senza Dio.
  Cristo e la sua grazia ci sono dunque continuamente consegnati dal passato della Chiesa, perché il presente sia il tempo della salvezza.

Per questo, e non per un gusto personale, vogliamo che sia il passato a giudicare il presente della Chiesa, guidando tutti i giudizi necessari a compiere scelte giuste che evitino mortali errori.

  Per sapere se stai pensando e agendo in modo cattolico, devi guardare a ciò che nel passato la Chiesa ha insegnato e fatto. A ciò che, nei secoli, nella Chiesa si è mantenuto costantemente, portando frutti di bene. Altrimenti cadrai nell'errore degli eretici che hanno perso Cristo.

  L'alternativa a questo prevalere del passato sul presente, sarà una nuova religione fondata su un “Cristo carismatico” che dipende dal tuo modo di sentire del momento, che dipende dal tuo sentimento; e il tuo sentimento dipende infine dalla mentalità comune che il potere di questo mondo impone.

  Hanno fatto così tutti gli eretici della storia della Chiesa, hanno fatto così i Protestanti, volendo stare con Cristo negando tutto il passato della Chiesa, giudicandolo negativamente. E Cristo lo hanno perduto.

  È il male del cattolicesimo diffusosi oggi in mezzo a noi. Un cattolicesimo che usa il presente della Chiesa per condannare il suo passato.

  Anche i famosi “mea culpa”, con cui anni fa' il Sommo Pontefice domandò perdono per le colpe dei cristiani nella storia, furono usati ideologicamente come condanna della storia della Chiesa: oggi un normale cristiano è portato a pensare che la vera Chiesa di Cristo è quella di oggi, mentre nel passato c'è una Chiesa che deve farsi perdonare quasi tutto quello che ha fatto.

  Così si è sovvertito l'ordine della verità e si è introdotta una logica falsa e non cattolica, quella del presente che giudica il passato: il contrario della Tradizione.

  La Tradizione resta una delle fonti della Rivelazione assieme alla S. Scrittura; e la Tradizione implica la venerazione del passato della Chiesa, e chi lo nega non è più cattolico.

  La mentalità comune oggi è di fatto il ribaltamento della logica cattolica: ti permettono di infangare il passato della Chiesa con una facilità estrema e con una ignoranza estrema; anzi, se lo fai ti lodano pure, perché dimostri di essere un cristiano adulto che ripensa criticamente la sua fede; mentre il presente della Chiesa non puoi azzardarti a giudicarlo, pena l'essere accusato di disobbedienza e scisma.

  Che strana questa non-logica della Chiesa ammodernata: l'unico pericolo di scomunica grava su coloro che si permettono di valutare ciò che sta accadendo nel presente della Chiesa. Il mea culpa lo puoi fare battendo il petto dei cristiani di un tempo, ma non puoi farlo sul tuo petto di cattolico del presente.
  Sono invece gli Apostoli, sono i Padri della Chiesa, sono i Papi e i Concili dogmatici di duemila anni di Cristianesimo, sono i santi della cristianità a giudicare il nostro presente: in una parola è Cristo con il passato della Chiesa a giudicarci.

  Per lo stesso preciso motivo, diciamo che è la Messa della tradizione che giudica il disastro liturgico di oggi.

  È la Messa del passato che giudica quella in circolazione oggi e non la accetta. Non è la Messa antica che deve chiedere timidamente il permesso di essere giudicata e tollerata dalla Messa di oggi. Sono i frutti di santità prodotti dalla Messa antica a giudicare lo sgretolamento della presenza cristiana nel mondo, causato anche da una riforma liturgica che non ti permettono di giudicare.

domenica 28 settembre 2014

SANTE CRESIME

Parrocchia di Vocogno


SANTE CRESIME
secondo l'antico Pontificale Romano


Domenica 5 Ottobre
ore 10.30
Amministrazione della SANTA CRESIMA
SANTA MESSA cantata

lunedì 22 settembre 2014

OROPA 2014

OROPA 2014



Quarto Pellegrinaggio della Tradizione
alla Madonna di Oropa
sabato 20 settembre 2014

Ai piedi della Vergine Bruna circa 400 pellegrini hanno pregato domandando la grazia di custodire la Messa di sempre, per il bene della Chiesa.


Video Santa Messa solenne in rito tradizionale



Video Santo Rosario



Omelia
Il Santuario che Dio ci ha preparato: la Messa di sempre

Le foto

domenica 31 agosto 2014

LA SOFFERENZA SALVA DALL'AMBIGUITA'


Pubblichiamo il numero di Settembre 2014
di "Radicati nella fede"

LA SOFFERENZA
SALVA DALL'AMBIGUITA'






LA SOFFERENZA SALVA DALL'AMBIGUITA'
Editoriale "Radicati nella fede" - Anno VII n° 9 - Settembre 2014

  Le difficoltà non sono sempre un male, non sono certamente un male in sé. Questo è vero per la vita personale e lo è anche per la vita pubblica. È vero per la vita spirituale ed è vero, verissimo, anche per la vita della Chiesa.

  Il male è uno solo: perdere Cristo e la sua grazia. Il male è la dannazione, non la sofferenza.

  Siamo così immersi nella mentalità pagana di questo mondo da non accorgerci più che ragioniamo come esso. Troppe volte per noi il male è soffrire e, ed è peggio, valutiamo la bontà delle cose, la giustezza delle decisioni e delle opere intraprese, dal fatto che esse ci diano o no serenità e tranquillità. Se non ci fanno soffrire, le cose per noi sono buone.

  Questo modo di pensare e di pesare le cose è quanto di più lontano dal cristianesimo ci sia. In esso passa il rifiuto pratico della Croce di Cristo.

  Questo è vero per ogni cosa, anche per il ritorno alla Tradizione e alla Messa di sempre.

  In questi anni, dopo la promulgazione del Motu Proprio Summorum Pontificum, con il quale sua santità Benedetto XVI dichiarava apertamente che la Messa tradizionale non fu mai abolita e dava facoltà ai sacerdoti di tornare a celebrarla; dopo la sua entrata in vigore nel settembre di sette anni fa', molti si spaventarono così tanto delle resistenze messe in campo dalle curie diocesane contro il ritorno della Tradizione nella Chiesa, da gettare la spugna fin dall’inizio, in quella che doveva essere una “gloriosa battaglia”.

  Molti sacerdoti, convinti in cuor loro che fosse necessario tornare alla Messa “Tridentina”, si spaventarono dei possibili provvedimenti punitivi nei loro confronti e non fecero più nulla; così i fedeli a loro affidati non ebbero nemmeno il tempo di rendersi conto della posta in gioco.

  Osiamo dire che tutti questi provvedimenti punitivi, nei riguardi dei sacerdoti decisi a celebrare secondo l’antico rito, fatti di resistenze- minacce- piccole o grandi restrizioni-trasferimenti o confinamenti, che in sè sono ingiusti, sono stati anche un bene.

  Sì, le sofferenze che ci hanno causato, le sofferenze causate ai sacerdoti e ai fedeli che domandavano di abbandonare la disastrosa riforma liturgica post-conciliare, sono stati in fondo un bene che Dio ha provvidenzialmente permesso, affinché la lotta per vivere e morire da cattolici, e non da cripto-protestanti, fosse purificata.

  Che cosa intendiamo dire? Semplicemente che le sofferenze vissute per Cristo, oltre a santificare chi le vive con Lui, preservano dal male più profondo per la Chiesa di questi tempi, che è l'ambiguità!

  Come è avanzato il disastro nel Cattolicesimo moderno? Esattamente con il metodo dell'ambiguità: apparentemente nella Chiesa si salvava qualche aspetto tradizionale, ma lo si svuotava di contenuto vero e lo si reinterpretava secondo una mentalità non più pienamente cattolica. Nel post-concilio è avvenuto così, traducendo prima la messa in italiano, poi cambiandone i testi, poi ripensando il sacerdozio in modo più democratico, fino a giungere alle ipotesi moderne di modificazione della morale e della disciplina dei sacramenti (vedi ad es. la richiesta della comunione per i divorziati risposati in civile). L'ambiguità è il metodo del modernismo pratico nella Chiesa: fingere rispetto per la Tradizione, cambiando di fatto la fede e la morale in nome dell'adattamento ai tempi mutati e in nome di un approfondimento della fede stessa.

  L'ultima arma del demonio sarebbe stata quella di permettere qualche messa tradizionale qua e là, dentro un contesto ecclesiale di fatto modernista e protestantizzato, così da “anestetizzare” la coscienza dei sacerdoti e fedeli tradizionali.

  All'epoca dell'immediato post-concilio il demonio addormentò la coscienza di molti cattolici in nome dell'obbedienza: quanti vescovi, preti e fedeli, piangendo, sacrificarono la Verità sull'altare di una falsa obbedienza, aprendosi alle novità pericolose; oggi, in un epoca non più cristiana e sostanzialmente disobbediente, il demonio usa un’altra arma, quella dell'unità. Così nella Chiesa ti possono concedere un po' di Tradizione, purché non diventi una scelta esclusiva, altrimenti - ti dicono - rompi l’unità. In nome dell’unità della Chiesa ti chiedono di accettare tutte le riforme e innovazioni che oggi vanno per la maggiore, e che stanno letteralmente bruciando il campo di Dio, dimenticando che l’unità si fa sulla fede.

  Ecco perché le resistenze delle gerarchie, le sofferenze di duri provvedimenti, sono un dolore buono, perché ci salvano dall'inganno di una falsa obbedienza e di una falsa unità. In una parola ci salvano dall'ambiguità.

  Tornare alla Messa della Tradizione, senza abbracciare tutto il Cattolicesimo della Tradizione, sarebbe una mortale follia. Follia sarebbe mischiare Messa tradizionale e apostolato “modernistico”. Ma da questa mortale follia ci salva proprio la sofferenza.

  Sì, perchè la sofferenza delle piccole e grandi persecuzioni da parte dei fratelli nella fede, ci dice che la vita cattolica di oggi, così come è vissuta e propagandata, non ha proprio nulla a che fare con la Tradizione della Chiesa.

  Certo, tornerà forse un po' di latino in qualche canto; rispolvereranno abiti e stendardi per le processioni... ma vivranno tutto questo in modo troppo umano e non cristiano. Ci sarà la facciata di un folklore tradizionale, ma dentro ci potrà essere una “congregazione protestante”.

  Allora, benedette le piccole e grandi sofferenze che dovremo vivere, le piccole o grandi emarginazioni di cui saremo oggetto, cari sacerdoti e fedeli; benedette se ci impediranno questo inganno mortale, facendoci cercare in tutta umiltà la grazia di Cristo nella Chiesa di sempre.

lunedì 18 agosto 2014

FESTA DI SAN ROCCO A VOCOGNO: VIDEO, FOTO E PREDICA.

Festa di San Rocco
Domenica 17 Agosto 2014
Vocogno in Val Vigezzo (VB)




Pubblichiamo i video della Santa Messa cantata in rito tradizionale, della Processione con la reliquia e la statua del Santo e il video dei Vespri cantati. Nel post trovate anche l'Omelia in mp3 e il video con le foto.

Video Santa Messa e Processione


Video Vespri


Le foto


Omelia: Pellegrini e penitenti.

























domenica 10 agosto 2014

ASSUNTA E SAN ROCCO A VOCOGNO



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Cappella dell'Ospedale di Domodossola

Venerdì 15 Agosto 2014
Solennità dell'Assunta
ore 10.30 Santa Messa cantata

Domenica 17 Agosto 2014
ore 18.00 Santa Messa letta

mercoledì 30 luglio 2014

CHI TORNA AL SUO PASSATO, NON ESCE DALLA CHIESA.


Pubblichiamo il numero di Agosto 2014
di "Radicati nella fede"

CHI TORNA AL SUO PASSATO, 
NON ESCE DALLA CHIESA




CHI TORNA AL SUO PASSATO, NON ESCE DALLA CHIESA
Editoriale "Radicati nella fede" - Anno VII n° 8 - Agosto 2014

 Nei momenti di confusione pericolosa occorre fare un passo indietro.
 Non si fa forse proprio così nella vita? Di fronte a una situazione confusa, difficile da districare, che ci rende preoccupati e perplessi, ci si ferma e poi si fa un passo indietro, astenendosi dall'avanzare nel pericolo.

  È anche ciò che abbiamo fatto nella fede. Sì, crediamo che l'immagine rende idea delle nostre scelte.
  Amiamo la Chiesa, Corpo Mistico di Cristo e nostra Madre, amiamo il Papa e il Vescovo, ma di fronte all'evidente confusione della vita cristiana intorno a noi, ci rifiutiamo di avanzare nell'ambiguità e nell'incertezza e domandiamo la grazia di restare nel cristianesimo sicuro.

  In fondo la nostra posizione è tutta qui. Per questo riteniamo, e abbiamo sempre ritenuto, di non  essere nella disobbedienza.

  Saremmo nella disobbedienza se inventassimo un “altro cristianesimo”, se ci inventassimo “una nostra messa”, una “nostra pastorale”, un “nostro catechismo”, se riconoscessimo degli “altri superiori” fuori da quelli che la Chiesa ci ha dato nel Papa e nel Vescovo.

  No, noi non facciamo nulla di tutto questo. Semplicemente, giudicando piena di confusione e di pericolo la nuova pastorale, il nuovo rito della messa, la nuova catechesi, ci avvaliamo del diritto che la Chiesa ha sempre riconosciuto alle anime nei momenti di crisi: ci atteniamo alla precedente prassi e dottrina della Chiesa, a quella sicura, a quella prima dello scoppio della crisi.

  Infatti, per la Messa, non andiamo a cercare chissà quale rito arcaico, ma ci atteniamo al Messale del 1962, quello promulgato da Papa Giovanni XXIII, perché le lievi modifiche e aggiunte apportate in quella riforma non hanno nella sostanza intaccato la Messa Romana di sempre. Non andiamo a cercare ciò che ci piace, ma obbediamo alle riforme della Chiesa, quelle sicure e solo a quelle sicure. E così facciamo per tutti gli altri aspetti della disciplina sui sacramenti e per tutto l'apostolato.

  Così facendo, siamo certi di non andare fuori dalla Chiesa, che è la stessa ieri e oggi. Non ci sono due Chiese, una prima e l'altra dopo il Concilio. No, ce n'è una sola! Ci sono invece, nella stessa Chiesa, riforme accettabili e riforme non accettabili; sono inaccettabili in coscienza le riforme che mettono in pericolo la fede e la vita cristiana. E siccome la Fede è il bene supremo, non è concesso a nessuno nella Chiesa esporla al pericolo.

  Sappiamo, ne siamo coscienti, di esprimere un giudizio severo sulle svolte della “chiesa moderna”.
  D'altronde, ad uno sguardo spassionato, gli esiti disastrosi dell' “ammodernamento” della Chiesa di questi ultimi decenni sono innegabili. L'ultima riforma del messale e conseguentemente di tutta la vita cattolica sta uccidendo il cattolicesimo nei nostri paesi. Negarlo è pura ideologia.

  Chiediamo e viviamo la libertà dei figli di Dio, che amando la Santa Madre Chiesa, dicono ai suoi legittimi Pastori: noi continuiamo su quello che ci avete insegnato un tempo, e continuando nella Tradizione siamo certi di contribuire, nonostante la nostra povertà, alla edificazione della Chiesa stessa.

  Uniamo così due atteggiamenti che in coscienza ci sembrano non disgiungibili:
  - un grande amore e rispetto per la Chiesa
  - una vigilanza per non mischiare mai la grande Tradizione della Chiesa con le ambiguità delle riforme post-conciliari, e questo non soltanto nel rito della messa.

  Amore e severità, insieme.
  Anche perché amare la Chiesa non in astratto, significa preservare il suo tesoro costituito dalla Rivelazione divina, Tradizione e Scrittura insieme. Ma la Rivelazione si è declinata e trasmessa in ciò che la Chiesa ha sempre creduto e praticato, a partire dalla Messa Cattolica.
  Sbaglia chi, avendo capito il terribile pericolo interno al Cattolicesimo attuale, piange in privato ma non interviene per rispetto alla Chiesa. Ama davvero chi la Chiesa la difende.

  Ciò che appare disobbedienza non lo è. È invece il più grande servizio che un credente possa fare alla Sua Madre.
  Chi parla di disobbedienza parlando dei “Tradizionalisti” (termine non bello, ma lo usiamo per capirci), lo fa per ignoranza: pensa che la Chiesa abbia una autorità assoluta su tutto. No, la Chiesa obbedisce a Gesù Cristo, ne è il suo corpo; deve custodire ciò che il Signore le ha consegnato, Verità e Grazia. Non inventa la Chiesa, ma trasmette.

  Per questo non può essere illegittimo decidere di stare nella Tradizione più sicura.
  Non esce dalla Chiesa chi sta al suo passato, ne esce chi inventa un cristianesimo nuovo.

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