Pubblichiamo il numero di Agosto 2015
di "Radicati nella fede"
UNO SCHELETRO DI MESSA
PER UNA CHIESA SCHELETRICA
UNO SCHELETRO DI MESSA PER UNA CHIESA SCHELETRICA
Editoriale "Radicati nella fede" - Anno VIII n° 8 - Agosto 2015
Attendevano una nuova
Chiesa, per questo si sono messi a cambiare la messa.
Volevano una chiesa con
nuovi dogmi e nuova morale, allora hanno dovuto ritoccare la messa
cattolica, così tanto da renderla uno scheletro di se stessa.
E a messa scheletrica,
corrisponde uno scheletro di Chiesa, fatta di una dogmatica e una
morale scheletriche.
Lo dicevamo il mese
scorso: la nuova liturgia ha preteso di saltare due millenni di
storia cristiana, con l'illusione di ricollegarsi ad un mitico inizio
del cristianesimo. Hanno detto, i signori della riforma
post-conciliare, che occorreva semplificare, per far emergere la
nobile essenzialità del rito cattolico. Hanno ritenuto
sostanzialmente negativo tutto il lavoro di secoli e secoli che la
Chiesa aveva fatto, per rendere sempre più limpido ed educativo il
rito cattolico. Hanno tolto e tolto, considerando quasi tutto
aggiunta negativa, e ne è venuto fuori uno scheletro di messa. Una
messa piena di vuoti e di non-detto, vuoti e non-detto riempiti dalla
fantasia del celebrante e dei fedeli. E le fantasie si sono
moltiplicate quante sono le chiese del mondo, perché si sa che non
si può vivere di uno scheletro: gli uomini lo rimpolpano lo
scheletro, ma la carne e il sangue che gli danno non sono quelli di
Dio, ma quelli normalmente della dittatura della mentalità comune.
Così, a seconda delle stagioni, abbiamo avuto le messe socialiste,
le messe impegnate, le messe intimiste, le messe allegre, le messe
verbose, le messe catechistiche, le messe di guarigione, le messe
carismatiche, le messe missionarie, le messe veloci e cosi via...
insomma, la messa la costruisci tu, perché corrisponda a te e al tuo
cristianesimo.
La messa così
impoverita non ha nutrito più, e ci si è dovuti volgere alle varie
ideologie del momento per rimpolparla. Togliendo molto di Dio, la
messa la si è dovuta riempire molto dell'uomo, per ritenerla ancora
utile: una tragedia, la perdita del cuore cattolico, cioè la
redenzione operata da Cristo Crocifisso.
E la tragedia si propaga
a tutto l'organismo cattolico: la messa nuova, scheletrica, piena di
vuoti, è diventata così tanto ambigua da produrre un cristianesimo
scheletrico, dal dogma e dalla morale scheletriche; un cristianesimo
ambiguo.
I sacerdoti, ridotti a
celebrare uno scheletro di messa, non sono stati più nutriti e
difesi dalla messa stessa, così che a loro volta non hanno nutrito e
difeso il popolo.
Dicevamo di un
Cristianesimo dal dogma scheletrico:
cosa è rimasto, nella
maggioranza dei cristiani di oggi, del dogma cattolico che sorge
dalla Divina Rivelazione? Quasi nulla. Forse resta che esiste Dio, e
che alla fine ci salverà: non c'è che dire, di tutta la
Rivelazione, di tutto il dogma, di tutto il catechismo non resta
quasi nulla, nel vissuto della maggioranza dei cristiani; ma allora,
perché Dio si è rivelato, perché ha parlato nell'Antico e nel
Nuovo Testamento, perché ha portato a compimento la Rivelazione in
Gesù Cristo? Certamente non lo ha fatto per vedersi “semplificare”
orrendamente nel cristianesimo moderno.
Qualcuno dirà che
dimentichiamo la ricchezza biblica della riforma liturgica! Certo, di
Bibbia se ne è letta tanta, ma ha vinto la messa scheletrica anche
sulla Bibbia, tanto è vero che mai i cristiani sono stati tanto
ignoranti come oggi nella Storia Sacra e nella Sacra Scrittura. Hanno
letto sì la Bibbia in ogni occasione, ma sono stati formati come
mentalità dall'ideologia di turno, che rimpolpava la messa
scheletrica.
Dicevamo di un
Cristianesimo dalla morale scheletrica:
cosa resta, nella
maggioranza dei cristiani di oggi, della ricchezza morale cattolica?
Sanno forse che Dio è amore, che dobbiamo volerci bene, e poco più:
non c'è che dire, resta un po' poco. Della Morale Cattolica, della
legge e della grazia, non si sa quasi più nulla. Ecco perché siamo
terribilmente indifesi di fronte alla dilagante immoralità e di
fronte, soprattutto, all’ideologia dell'immoralità, che vuole
ammettere tutto sotto la scusa del voler bene. Assisteremo al
compimento dell’apostasia: saranno varate le leggi più immorali
con il silenzio dei cattolici, con il plauso di alcuni, e con la
falsa prudenza dei pastori, che taceranno in nome della libertà e
del rispetto umano. Più che morale scheletrica, è la sua morte vera
e propria.
Tutto è cominciato con
la scarnificazione della messa, svuotandola delle sue difese
dogmatiche nelle parole e nei gesti.
E la rinascita inizierà
con il ritorno alla vera e totale messa cattolica.
I riformatori
post-conciliari volevano un nuovo cristianesimo più libero, più
umanamente accattivante, per far questo hanno privato la messa delle
sue difese, e non hanno voluto difendere il Cristianesimo di Dio.
Forse Paolo VI non aveva
previsto questa tragedia, forse si era illuso di fermare la
semplificazione e l'ammodernamento al solo linguaggio, forse... ma il
linguaggio è contenuto; e i vuoti di linguaggio sono vuoti di
contenuto, che il mondo si premura di riempire come vuole.
Forse Paolo VI non aveva
immaginato tanto, ma è certo che oggi un Papa non potrà più
fermare la deriva, senza accettare il martirio. Sì, dovrà accettare
il martirio, perché se tenterà veramente di porre rimedio, sarà
attaccato dal mondo e da quel mondo che si è infiltrato nella casa
di Dio. Ma se non accetterà il martirio, rischierà di non fare il
Papa.