Pubblichiamo il numero di Luglio 2019
di "Radicati nella fede"
PER UN PO' NON RIUNITEVI PIU'
PER UN PO' NON RIUNITEVI PIU'
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno XII n° 7 - Luglio 2019
La crisi è lunga, lunghissima,
sembra non aver fine.
Ogni giorno è un bollettino di guerra: chiese
chiuse, diocesi accorpate, istituti religiosi commissariati o estinti,
cardinali contro cardinali, monsignori che rilasciano interviste accusatorie al
Papa e al Vaticano, denunce processi incarcerazioni di ecclesiastici, riduzioni
allo stato laicale.
E poi, cosa peggiore in questi bollettini di
guerra, le novità bisbigliate, smentite e riconfermate: abolizione del celibato
sacerdotale per l'Amazzonia, diaconato femminile, donne cardinali, laici per
para-messe, comunione ai divorziati e ai concubini... e l'elenco potrebbe
continuare, ma ci si stanca la mano, e il cuore soprattutto, a scriverne.
È il bollettino di guerra, di una guerra
precisa per l'eliminazione della Chiesa cattolica stessa.
E cosa fanno quelli che hanno causato questa
guerra senza fine? Si propongono come i guaritori, proprio loro che continuano
ad assestare colpi mortali alla vita cattolica. L'inganno è proprio qui, tutto
qui: non cambia niente. Si sono riuniti, hanno riformato la Chiesa, questa sta
morendo, e loro si riuniscono ancora per incolpare, dei disastri causati, la
cattiveria dei singoli uomini. È una furbizia demoniaca! Troppo facile
incolpare i peccatori, ecclesiastici o laici che siano, troppo facile! Quale
novità se gli uomini sbagliano, se tradiscono Cristo, se sono incostanti e
vigliacchi, quale novità? Ma la Chiesa non c'è forse, voluta così da Dio,
proprio per la conversione dei peccatori, per la loro guarigione?
Invece di accusare moralisticamente i singoli
peccatori, occorre domandare perdono dentro un dolore immenso per la cura
sbagliata di questi anni.
Si sono riuniti i Pastori, come fossero dei
medici ad un congresso loro, e hanno propinato medicine che hanno intossicato
tutto il corpo della Chiesa che ora illanguidisce. E l'errore è partito
dall'aver negato la malattia. Hanno sottovalutato, se non taciuto, la potenza
del male e del peccato. Di fatto si è negato il Peccato Originale e la
concupiscenza che lascia nelle anime. Come hanno fatto le legislazioni civili di
fronte ai mali della società: gli uomini tradiscono, allora concediamo il
divorzio; la droga si diffonde, allora legalizziamola; c'è l'aborto
clandestino, allora facciamo di questo crimine orrendo un diritto. Di fronte al
male lo si nega per sanarlo.
Così i Pastori riuniti han fatto con la
modernità laicista, marxista-liberale o esistenzialista che fosse: per
risolvere il problema hanno dichiarato che questa laicità non era contro la
fede; hanno pensato che bastasse dire così per inaugurare una nuova era di
rapporto con il mondo... e così il male è stato lasciato libero di invadere le
anime dei fedeli.
Sono loro ad aver sbagliato, ad aver provocato
l'epidemia di infedeltà dilagante, ad aver propagato il male; e continuano a
proporsi come i medici della Chiesa malata, ed obbligano la loro nefasta cura.
E noi dovremmo accettare la cura che ci ha
ammalato e poi, magari, ringraziare i medici che ci hanno sotterrato, come si
fa spesso oggi nei manifesti funebri.
È l'inganno più diabolico che si possa immaginare.
Per favore, Pastori della Chiesa, per un po'
non riunitevi più.
Non riunitevi più fino al giorno in cui si
riconoscerà che la cura era sbagliata, negando l'oggettività del male e
confinandolo al solo individuo quando non si poteva negarlo.
E chi non ce la fa a riconoscere il fallimento
di questa cura, abbia il coraggio di lasciare il posto ad altri Pastori che la
medicina, quella della grazia di Cristo nella sana dottrina, la conoscono.
Chi non ce la fa a riconoscere il fallimento
di questa cura abbia il coraggio di ritirarsi, di andare a pregare per sè e per
quelli che sono stati intossicati; vada a far penitenza per i morti nella fede
di questi anni, che non si possono più disintossicare, e così sarà ancora
Pastore.
E per favore, non mandi a suo sostituto un
timido conservatore, che pensa di risolvere tutto con un po' di maquillage
ecclesiastico: un po' di incenso in più, qualche Kyrie cantato, qualche
genuflessione e qualche talare in più. Troppo poco! Troppo niente!
Occorre avere medici, Pastori, coscienti che
l'avvelenamento si è propagato mutando la Messa di sempre, cambiamento che ha
portato con sé l'amnistia per tutte le colpe moderne. Sì, la Messa di sempre
con la dottrina di sempre, e smettiamola di dire che questa frase è semplicistica:
la Messa immutata dai tempi apostolici è stata stravolta e il nuovo rito ha
liberato tutti i germi dell'eresia e dell'immoralità. La nuova messa, i nuovi
riti dei sacramenti, la nuova maniera di pregare ha privato il corpo della
Chiesa e i corpi dei fedeli degli anticorpi di difesa, così il male, sempre
latente nell'organismo, è dilagato libero ed è diventato metastasi.
Vi supplichiamo, per un po' non riunitevi più
e lasciate fare l'esperienza della tradizione integrale. Ridate alle parrocchie
la Messa cattolica, quella vera. Ordinate uomini che vogliono essere sacerdoti
come lo sono stati gli Apostoli, i Padri della Chiesa e i preti di duemila
anni. E tra questi scegliete Vescovi che
rifiutano ogni novità, perché la Chiesa di Cristo possa salvare ancora.