Pubblichiamo il numero di Agosto 2019
di "Radicati nella fede"
VORREMMO POTER OBBEDIRE
VORREMMO POTER OBBEDIRE
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno XII n° 8 - Agosto 2019
Vorremmo semplicemente poter obbedire.
Vorremmo poter consegnare le nostre
persone dentro la grande obbedienza della Chiesa, così come la vuole
Gesù Cristo Signore Nostro, cioè come vuole la Chiesa e
l'obbedienza Gesù Cristo.
Se c'è una cosa non cattolica è
l'individualismo, il fare da sé, l'essere Papi di se stessi: oggi
questo è il gran male. Non c'è verità possibile, perseveranza nel
bene possibile dentro un atteggiamento individualista. Non c'è
nemmeno ortodossia possibile per chi non segue, per chi non
obbedisce.
Non è Tradizione quella di chi, per
gusto personale, continua a cercare da solo una via più pura e
rigorosa per arrivare a Dio.
Prima o poi devi consegnarti dentro
una grande obbedienza nella quale l'amore per Cristo diventa
perseverante e capace di sacrificio vero.
Solo che in questi anni l'autorità
nella Chiesa ci ha chiesto di seguirla per annullare l'autorità
stessa, e noi per salvare la sua autorità non possiamo obbedirle.
Si tratta del grande dilemma: obbedire
alle legittime autorità e distruggere così l'Autorità della
Chiesa, oppure disobbedire per salvare l'Autorità della Chiesa e
delle autorità stesse?
La vita della Chiesa è posta tutta
sotto l'obbedienza. Obbedienza a Cristo che deve però concretarsi
nel seguire chi è posto a capo per guidare la vita del popolo e del
singolo fedele: Papa, Vescovo, Parroco... abate e superiori per i
religiosi; il padre per la famiglia.
Non ci può essere vera accoglienza
della verità della Rivelazione per chi si ponga fuori dalla
legittima obbedienza: non c'è vera dottrina senza l'obbedienza,
perché la verità la ricevi.
Non ci può essere nemmeno ricezione
della grazia santificante per chi vive un'anarchia spirituale: i
Sacramenti richiedono sempre un'obbedienza, che parte dal giudizio
del ministro... pensiamo alla Confessione che è proprio un porsi
sotto il giudizio del ministro di Dio che accoglie il pentimento del
fedele; così per tutti i Sacramenti che non sono mai un diritto, ma
un dono da accogliere secondo delle condizioni... tutta un'obbedienza
insomma.
Oggi però siamo difronte ad una
situazione mai vista nella storia della Chiesa: ti è chiesto di
obbedire ad un'autorità che ti chiede di “riprogrammare” il tuo
cristianesimo. Ti dicono che la Chiesa si auto-comprende in modo
diverso rispetto alla sua storia bimillenaria. È una nuova chiesa
che non vuole essere più esclusiva: la religione cristiana non è
l'unica religione vera, ti dicono; basta con “fuori della Chiesa
non c'è salvezza”; ti raccomandano di non parlare più di assoluta
necessità del Battesimo per la salvezza. Ti chiedono insomma di
seguirli per fare finalmente una chiesa “diminuita”, accogliente
tutte le libertà umane che diventano diritti assoluti.
Si tratta del puro non-senso: seguire,
obbedire ad una autorità che dichiara la propria esistenza inutile.
Sì, perché se il Battesimo non è necessario alla salvezza, se
fuori della Chiesa ci si può salvare, se i Sacramenti diventano un
diritto e i ministri dei semplici distributori di benedizioni a
richiesta, se tutto è trasformato così cosa serve un'autorità? Se
la nuova chiesa si auto-comprende totalmente libera e laicizzata, che
senso ha un Vescovo o un Papa?
Per questo non possiamo seguire chi ci
chiede di diminuire la Chiesa. Come un figlio che, col dolore del
cuore, non può seguire un padre che gli chiede di distruggere la
famiglia, perché il diminuirla è già distruggerla. Quel figlio
avrà il dovere di amare e onorare il padre, perché e padre, ma non
potrà seguirlo nell'errore; avrà il dovere di custodire la sua
casa, nell'attesa che il padre capisca.
Posizione non facile, perché occorre
non usarla mai per diventare degli autodidatti nella fede. Occorre
amare la Chiesa e l'autorità ancora di più. Occorre obbedire in
tutto ciò che è possibile, fermo restando la difesa del cuore della
vita cristiana.
Un giorno l'autorità ringrazierà di
questa fedeltà, come il padre che ravveduto, ritrova la casa perché
il figlio non l'ha abbandonata.
Occorre non obbedire alle scelte
scriteriate per salvare la casa di Dio.
Occorre non obbedire per salvare
l'autorità, che nella chiesa diminuita si sta auto-distruggendo.
Occorre non obbedire al nuovo corso,
per salvare la virtù dell'obbedienza.
Ma per far questo in modo cattolico,
occorre che il nostro amore alla Tradizione sia un reale seguire in
tutto: seguire tutta la Tradizione, perché ci fu consegnata
dall’Autorità come Depositum fidei, seguendo chi il Signore ci dà
come guida sicura per il tempo della tempesta.
Occorre sempre l'obbedienza del
seguire, che è sempre possibile, anche nei tempi bui.
Si resiste all'errore con amore
all'autorità che è posta a garanzia della verità, quella di Dio.
Ma alla verità si obbedisce sempre.
Così facendo ci sembra di amare
meglio, di più, fino in fondo come Dio ha fatto le cose.
Un giorno, quando Dio vorrà, ne siamo
sicuri, l'Autorità ringrazierà.