Pubblichiamo il numero di Ottobre 2019
di "Radicati nella fede"
SE ROMA DECIDE
DI NON ESSERE PIU' ROMA
DI NON ESSERE PIU' ROMA
SE ROMA DECIDE DI NON ESSERE PIU' ROMA
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno XII n° 10 - Ottobre 2019
Roma non può decidere di non essere più Roma e se lo
facesse, Roma continuerebbe a sussistere, perché è voluta da Dio e non dagli
uomini.
Uno degli effetti più
devastanti della distruzione della messa cattolica, sostituita da una nuova
composizione chiamata Novus Ordo, appunto novus, cioè nuovo rito, è proprio la
perdita della romanità.
La messa cattolica
della tradizione è la Messa romana, il messale è appunto il Missale Romanum,
cioè la Messa di Roma. Tutto in essa richiama la romanità, a partire dalla
lingua liturgica, il latino.
Per questo l'hanno
abbandonata, per questo hanno imposto violentemente come sostituzione una messa
nuova, confezionata per fondare una Chiesa universale non romana, una chiesa
ecumenica. L'ecumenismo protestantico, d'altronde, non sopportava e non
sopporta la romanità. Non si era mai visto un simile autoritarismo nella
Chiesa; nessuno avrebbe mai osato sostituire la Messa dei secoli cristiani con
una nuova composizione fatta a tavolino dai cosiddetti esperti. Nessun Papa di
Roma avrebbe mai osato fare questo, una cosa così non fu mai vista. Paolo VI
ebbe, alla fine, solo la prudenza di non promulgare lui il nuovo messale, ma di
farlo fare alla Congregazione dei riti: fu scrupolo del pontefice? Fu
disposizione della Provvidenza? Lo sapremo in Paradiso.
Sta di fatto che la
nuova messa fu imposta con terrorismo curiale, facendo morire di crepacuore
tanti preti e vescovi: emblematica, tra tutte, l'opposizione dei 6000 preti
spagnoli o il dolore mortale dell'allora arcivescovo di Madrid.
Lo scempio causato è
sotto gli occhi di tutti, il disastro nella Chiesa registrabile da ogni uomo
onesto.
In questo disastro fu
colpita a morte la romanità. La messa di oggi non è più la Messa di Roma, anche
se sulla copertina del Messale c'è ancora stampato “Messale Romano”. L'odio per
il latino è una delle manifestazioni più evidenti dell'anti-romanità. La scusa
è quella della comprensione dei fedeli; in verità l'uso delle lingue nazionali
è stato voluto per rendere la Chiesa cattolica meno romana. Ma se non è romana
non è nemmeno cattolica. La Chiesa non sarà mai cattolica, cioè universale,
perché internazionale. È il marxismo, il comunismo ad essere internazionale;
no, la Chiesa sarà universale, cattolica, perché romana. Proprio in questo si
manifesta la terribile crisi che viviamo. Esattamente come il Papa: non sarà
Papa, se non perché romano, cioè vescovo di Roma. Il Papa non potrà mai essere
il funzionario supremo di una ONU religiosa, sarà il pastore universale solo
perché romano.
È così nel disegno di
Dio, che ha preparato la grandezza della Roma antica, affinché divenisse la
culla della cattolicità, cioè del vero cristianesimo, quello compiuto.
E' opportuno
riportare qui le solenni affermazioni del grande Pontefice S. Leone Magno,
eletto Papa nel 440, il quale in un solenne sermone per la festa dei SS.
Apostoli Pietro e Paolo, così proclamava l'alto destino di Roma: «Affinché
l'ineffabile grazia della Redenzione si diffondesse per tutto il mondo, la
Provvidenza divina preparò l'impero romano, che di tutti i popoli formò una
sola grande famiglia ravvicinata ed unita... affinché la predicazione
dell'umano riscatto rapidamente si diffondesse in mezzo ai popoli governati da
una sola città». E più sotto aggiunge: «Il Beatissimo Pietro principe del
Collegio Apostolico fu destinato all'arce del Romano Impero, affinché la luce
rivelata per la salvezza di tutte le genti, dal centro stesso più efficacemente
si diffondesse per tutto il corpo». Ed in un impeto oratorio il grande
Pontefice si rivolge a Roma e le dice: «O Roma, gli Apostoli Pietro e Paolo,
questi sono gli eroi che ti innalzarono alla gloria di città santa, di popolo
eletto, di città sacerdotale e regale, per modo che divenuta in virtù della
sacra sede del B. Pietro, veramente capo del mondo, estendi il tuo impero con
la religione divina più che non l'estendesti con la dominazione umana. Sebbene
infatti, resa potente dalle molte vittorie, affermassi per terra e per mare il
diritto all'impero; tuttavia, quello che le tue belliche imprese ti
assoggettarono, è meno di quello che ti sottomise la pace cristiana».
Ebbene, tutto questo
era espresso nella Messa latina, nella Messa di Roma; ebbene tutto questo non
c'è più per la maggioranza dei cristiani, che non essendo più romani, perché
orfani della messa di Roma, non possono più essere compiutamente cattolici.
E questo, spaventoso,
è avvenuto perché Roma ha deciso di non essere più Romana.
Ma Roma sussiste,
nonostante Roma, perché fa parte del disegno di Dio. Non dipende dagli uomini,
anche ecclesiastici.
Roma sussiste, e noi
in attesa di un'alba nuova per la fede, custodiamo il Missale Romanum.