Pubblichiamo il numero di Dicembre 2019
di "Radicati nella fede"
"NON RICONOSCERANNO
CRISTO VENUTO NELLA CARNE"
"NON RICONOSCERANNO CRISTO VENUTO NELLA CARNE"
Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno XII n° 12 - Dicembre 2019
Cosa resta dell'Incarnazione? C'è proprio da domandarselo in
questo tornante tristissimo della storia della Chiesa nel mondo.
Cosa resta
dell'Incarnazione, di Dio che viene nella carne per la salvezza degli uomini?
Festeggeremo il
Natale come tutti gli anni; saremo sommersi dalle stupidità volgari con cui il
mondo ateo è riuscito ad avvolgere la festa un tempo cristiana. Il cattivo
gusto prevarrà anche quest'anno sempre di più... più sono atei e più
illuminano... il mondo post-cristiano sembra un misero e triste luna park. Ma
in tutto questo dov'è Gesù Cristo?
Mischieranno come al
solito pseudo-presepi di pupazzi con il peccato mortale, non solo vissuto, ma
anche difeso e ostentato come un diritto dell'umano.
Siamo di fronte al
grande sacrilegio... usare Dio per se stessi.
Che fare allora in
questa attanagliante tristezza? Rifugiarti in una chiesa?
Ahimè! Dov'è finita
l'Incarnazione nella Chiesa?
Il modernismo, che
ormai ha un posto vincente, ha stravolto tutto, ha perso Gesù Cristo e lo fa
perdere a chi vi si accosta.
Gesù è diventato un
discorso da interpretare. I vangeli sono il luogo degli sragionamenti pieni di
dubbi e di riletture mitologiche. Li si legge senza la certezza ragionevole che
siano un racconto storico.
I modernisti
parlano-parlano, scrivono-scrivono e perdono Gesù, Dio venuto nella carne.
I Pastori della
Chiesa non sono più in grado di riaffermare la semplicità della vita di Gesù
Cristo, in tutta la sua pacificante certezza... non sono più in grado o non ne
hanno coraggio, perché ormai, per dato anagrafico, sono figli del modernismo
eretico: ci sono nati dentro e ci sono cresciuti e per far carriera lo hanno in
qualche modo accettato.
Certo, ci sarebbe la
possibilità di una grazia, riandando all'inizio della loro vocazione, quando
sicuramente Gesù era tutto per loro; quando si accostavano a lui con la
semplicità dei bambini.
Ci sarebbe la grazia
di ricordare il volto dei loro “vecchi” che semplicemente pregavano in
ginocchio con la corona in mano, domandando misericordia a un Gesù reale, fatto
uomo, non interpretabile, in carne e ossa e divinità. Oh se ricordassero il
volto della loro madre, del loro vecchio parroco, della catechista che ancora
li affascinava parlando loro di Betlemme! Oh se ricordassero senza vergognarsi,
forse la fede cattolica rinascerebbe nel loro cuore e darebbe forma alla loro
intelligenza.
Ma si vergognano
dell'Incarnazione, del Dio che si fa bambino, e preferiscono restare nei
salotti dell'ermeneutica, dove si uccide l'anima interpretando e diminuendo i
fatti. Preferiscono i discorsi agli avvenimenti, ai fatti che hanno cambiato la
storia del mondo.
Allora, per te che
fuggi da un Natale falsificato dagli atei immorali del mondo, non c'è posto
nemmeno nella Chiesa, come non ci fu posto nell'albergo di Betlemme.
“Non c'era posto per
loro”... e non c'è posto nemmeno per te.
Devi cercare una
chiesa dove non ci si vergogni, ma ci si glori di Dio venuto nella carne. Dove
la fede sia vissuta salvando tutto il vangelo, senza interpretarlo.
Dove ci sia la
intelligente certezza dell'esistenza storica di Gesù Cristo.
Dove ci sia la
certezza che lui è Dio.
Dove ci sia la fede
nella sua grazia potente.
Dove ci sia la logica
conseguenza dell'Incarnazione: Dio resta presente e operante nei sette
sacramenti.
Dove non si giochi
con i comandamenti di Dio, ma li si riconosca tutti e dieci, con tutta umiltà.
Dove si ripetano i
gesti della preghiera, come il popolo cristiano ha sempre fatto.
Il modernismo ha
interpretato il vangelo, ha negato la storicità ad un sacco di cose, ne ha
salvato uno scheletro che va bene per qualsiasi cosa e persona. Ne è rimasta
una vaga religiosità sostanzialmente atea, o pagana, o immorale... e ha formato
ahimè una sua chiesa, simile ad un tempio massonico.
A fianco c'è ancora
un piccolo resto che vuole Gesù, che prega e chiede perdono, che sa che sarà
Natale se saremo in grazia di Dio, con una buona confessione e comunione; là in
quella chiesa c'è ancora un prete che tra le candele accese dell'altare ripete
i gesti e le parole della Messa cattolica, la Messa di sempre... di un prete
che prima è sceso in confessionale, perché Dio è disceso dal cielo per questo.
Là sarà Natale, soltanto là.